lunedì 8 febbraio 2016

Eppure si muove

Bene, finalmente si inizia a parlare di questa cosa anche in TV: qui un servizio di ieri sera del programma Le Iene.
Una delle prime cose che feci nel 2010 è stata scrivere a questo e altri programmi, ma non ebbi risposta.
Meglio tardi che mai.
Per l'occasione ho aperto anche una pagina Facebook, la trovate cliccando qui.

lunedì 2 febbraio 2015

Posso avere la vostra attenzione, clero ladro?

Sto cercando di usare Twitter per attirare l'attenzione su questa storia (questo è il profilo: https://twitter.com/CleroLadro, se volete sapere di cosa sto parlando potete leggere i post precedenti o la pagine http://enfit.blogspot.it/p/perche-questo-blog_14.html e http://enfit.blogspot.it/p/riassunto.html). In passato ho mandato mail a giornali, programmi TV, associazioni di consumatori ma non ho avuto successo. I social network, Twitter in particolare, potrebbero permettere di ottenere un po' più di visibilità. Però bisogna saperci fare, e non penso di essere la persona adatta. Al momento sto cercando di attirare l'attenzione di alcuni account che fanno riferimento alla Chiesa o comunque che si riconoscono nel cattolicesimo. Sto cercando di provocarli in realtà, per ottenere una qualche reazione. Lo sto facendo in modo abbastanza pacato, almeno dal mio punto di vista, ma loro potrebbero non pensarla così. In particolare non uso né parolacce né blasfemie, e dire che questa storia me ne tira tanti, di moccoli. Però non mi faccio problemi a chiamarli "ladri" e "ipocriti". Metto qui le mani avanti, non sia mai che a qualcuno venga in mente di denunciarmi per diffamazione (nel caso fareste una colletta?): si tratta di una provocazione per ottenere la loro attenzione. Non penso sul serio che Bruno Forte o il Papa siano ladri o che tutta la Chiesa lo sia, ma Twitter obbliga alla semplificazione, al momento non mi vengono in mente modi migliore per attirare l'attenzione.
Non penso che l'appellativo "ladri" sia corretto, anche perché, purtroppo, le pretese dell'IDSC hanno un maledetto fondamento giuridico.
Invece trovo che la parola "ipocrisia" sia adeguata, e non penso ci sia tribunale che mi possa condannare se la uso riferita a qualche alto prelato o a qualche bigotto da social network.

Aggiornamento 3 febbraio 2015

Lo staff che gestisce il profilo Twitter del papa (@Pontifex_IT) mi ha silenziato. Significa che le mie risposte ad alcuni dei loro tweet non compaiono più nella timeline del profilo di papa Francesco, quindi non sono visibili ai suoi follower. Una specie di censura, insomma. E dire che non ho mai oltrepassato i limiti della buona educazione, niente parolacce né bestemmie.
Che simpaticoni eh?

sabato 31 gennaio 2015

#cleroladro

Ho trovato un nuovo hobby: inviare almeno un tweet al giorno all'account di papa Francesco, @Pontifex_it. L'account è @CleroLadro, l'hashtag è #cleroladro.

Se lo staff che gli cura l'account twitter non mi blocca magari uno di questi giorni mi chiama.

venerdì 30 gennaio 2015

Un nuovo bollettino

Mentre tutto tace, l'IDSC continua implacabile a inviare bollettini. Quello in foto, di 4.998,10€, è la metà dell'importo (l'altra metà ce l'ha mio mio fratello), a cui bisogna sommare i circa 8.500€ che ci hanno estorto abbiamo già pagato nel 2011.


giovedì 26 settembre 2013

Caro Papa ti scrivo

I miei corregionali, attraverso l'ineffabile quotidiano locale, stanno spammando il Papa (qui i dettagli).
Dato che c'è pure chi gli sta chiedendo di mandare un sms alla ragazza di cui è innamorato, direi che raccontare al Papa i fatti che ho esposto in questo blog è alzare il livello del dibattito, e pure di tanto.
Incollo qui la lettera che ho spedito al direttore Tedeschini. Il primo capoverso alla fine l'ho cancellato, non è bello mettersi a trollare il Papa sull'ineffabile quotidiano locale.

Egregio Papa Bergoglio
[Sono molto lontano dalla "fede", e quasi completamente disinteressato a questioni religiose. Scrivo queste righe perché le istituzioni ecclesiastiche, al contrario, manifestano verso me e i miei vicini di casa un certo interesse.]
I lettori di questo giornale forse ricorderanno alcune notizie sulla rivalutazione di canoni enfiteutici e sulle conseguenti esose richieste, da parte dell'arcidiocesi di Chieti-Vasto, ai cittadini di alcuni comuni della provincia.
Si parla di cifre che possono anche arrivare o superare i cinquantamila euro, per terreni che sono, da decenni, proprietà di privati ma sui quali gravano, da molto più tempo, "livelli" a favore di parrocchie e altri enti ecclesiastici - diritti poi acquisiti dalla Curia arcivescovile.
Nel mio caso i terreni sono stati acquistati, a prezzo di mercato, ormai quasi cinquant'anni fa. La clausola che chiariva la natura del livello era riportata nell'atto di vendita, ma per qualche motivo i miei familiari all'epoca sono stati indotti a non considerarla vessatoria.
Abbiamo versato per lungo tempo cifre alquanto modeste all'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, salvo poi vederci recapitare, ormai più di tre anni fa, una richiesta di rivalutazione che ha portato il canone da 10 a circa 2.500 euro annui, a cui corrisponde un riscatto stimato in circa 40.000 euro.
Si tratta di una questione complessa, non è opportuno riepilogarla in questa sede. Espongo qui solo il mio personale punto di vista: è un balzello iniquo e antistorico ma, per una serie di cavilli, perfettamente legale, anche se, a mio modesto avviso, assolutamente immorale.
Mi risulta che ci siano in atto tentativi di mediazione tra l'Istituto e le amministrazioni locali, al fine di agevolare coloro i quali quei terreni li coltivano e ne ricavano sostentamento, ma ciò non toglie, ai miei occhi e a quelli di molti miei concittadini, l'immoralità della pretesa.
La mia famiglia è stata costretta a saldare in parte l'importo dovuto per il riscatto: abbiamo corrisposto all'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero la non modica cifra di 8.500 euro, spese notarili comprese. Lo abbiamo fatto senza aspettare gli esiti della trattativa, perché altrimenti nessuna banca avrebbe potuto concedere il mutuo che avevo richiesto, e di cui avevo urgente bisogno per mettere su casa.
Sono consapevole come questo genere di problemi siano lontani da quelli ben più grandi che Lei si trova ad affrontare ogni giorno, e per i quali si spende in maniera encomiabile.
Tuttavia non posso fare a meno di approfittare di questa occasione per portare alla Sua attenzione questioni riguardanti la Chiesa, che possono anche sembrare più noiose di altre, ma che comunque incidono nella vita di molti cittadini, credenti o meno.
La saluto rispettosamente.
Vediamo che succede, stay tuned.

Aggiornamento del 27 settembre: l'hanno pubblicata.

[Aggiornamento del 30 gennaio 2015] Non è successo niente.

sabato 16 marzo 2013

Una Chiesa povera


Molto bene. Potrebbero iniziare restituendoci i nostri 8.500€.

mercoledì 22 febbraio 2012

Routine


Ormai ogni volta che torno a casa mi aspetto uno di questi simpatici messaggi del Dottor Rabottini Vincenzo, e se non ne trovo mi mancano.


venerdì 9 dicembre 2011

Ricatto clericale

L’argomento più usato, spesso anche l’unico, dai contrari al fatto che la Chiesa paghi l’ICI o altre tasse, è quello che vorrebbe tali enti dediti all’aiuto ai più deboli, attività che ovviamente non si dovrebbe poter tassare.
Se chi afferma ciò lo fa in buona fede, è vittima inconsapevole di un vergognoso ricatto, che usa da sempre i poveri come scudi umani. Quello che la propaganda clericale vorrebbe far passare, è che se lo Stato tira un po’ il cordone ombelicale al quale sono legati, ecco che essi diminuiscono la quantità e la qualità di aiuti che elargiscono ai poveri.
A questo punto mi chiedo che bisogno c’è dell’intermediazione della Chiesa, se è vero che la maggior parte delle risorse che le devolviamo sono usate effettivamente per questo scopo. Se realmente tutto ciò che lo Stato riconosce alla Chiesa va a finire in aiuti per i più poveri, che bisogno c’è di mantenere un apparato mostruoso di vescovi e cardinali? Se proprio lo desiderano, i fedeli possono provvedere autonomamente al sostentamento del clero; agli aiuti alle fasce più deboli potrebbe pensarci lo Stato, e penso anche che, nonstante tutto, lo si potrebbe fare in modo più efficiente di quanto non faccia la Chiesa.
Sostengo da sempre che le religioni, in particolare la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, usano la povertà come alibi. Che in un utopico mondo senza povertà, disperazione e miseria, le religioni avrebbero un campo d’azione molto più ristretto. Che la povertà è il carburante principale di una macchina che ha lo scopo di mantenere potere e privilegi delle caste sacerdotali. E non mi sembra di avere mai avuto smentite.

giovedì 10 novembre 2011

Tornano alla carica

Rileggendo il blog, mi sono reso che in quasi due anni ho scritto anche parecchie cretinate, specialmente sulla natura giuridica del vincolo.
Poco male, le cretinate resteranno lì a testimoniare l'evoluzione della mia consapevolezza su questa storia.
A mia discolpa c'è da dire che la materia è complessa anche per gli addetti ai lavori, e di addetti ai lavori ne conosco tanti.
In ogni caso la novità di oggi è che sono tornati alla carica con un'altra richiesta di pagamento, che dovrebbe comprendere quest'anno, l'anno scorso e gli arretrati degli anni precedenti. Dal dettaglio si capisce che hanno tolto qualcosa in quanto ormai le case sono state sistemate.
Che cari, eh?
Comunque se ne volete sapere di più, qui sotto trovate i vecchi articoli, e qui ci sono due righe di riassunto.

sabato 16 luglio 2011

Le colpe dei padri

Alla fine, il cuore del problema non ha niente a che fare con la religione. Il problema ha a che vedere con la legge e la giustizia sociale.
Una legge deve essere rispettata anche se ingiusta? L'adagio "la legge non ammette ignoranza", nel mio caso, è troppo manicheo. Sì, mio padre ha sbagliato, nell'acquistare terreni vincolati, ma nel farlo era stato rassicurato da figure autorevoli. La Chiesa stessa è un'autorità dalla quale mio padre non si sarebbe mai aspettato niente di simile.
Un'altra questione è se la Chiesa debba o meno seguire, nel suo agire come organizzazione in questa vita, i precetti che predica ai suoi fedeli. Nel mio caso, l'applicazione della legge ha portato alla rivalutazione a tassi da usura di canoni ultracentenari. Non basterebbe la sproporzione tra il canone precedente (circa 10 euro all'anno) e quello attuale (più di 2000 euro all'anno) per far gridare allo scandalo? E se pure una legge dell'uomo permette ad alcuni soggetti (non solamente ecclesiastici) di far valere diritti su terreni dopo più di cento anni, e dopo diversi passaggi di proprietà, deve un'istituzione come la Chiesa approfittarne a proprio vantaggio, creando difficoltà a famiglie che non vivono certo di rendita?
Continuo a pormi queste domande nella speranza di diffondere il più possibile questa storia: potrebbe anche non essere la questione più importante, nel momento storico in cui ci troviamo, ma è indicativa di come, in Italia, il privilegio è perpetuo e radicato, e continua a stringere e a strozzare le nostre vite, da ogni direzione. I sacrifici vengono sempre richiesti da chi ha più privilegi a chi ne ha meno. Le risorse economiche invece sono rastrellate nella direttrice opposta.

martedì 15 marzo 2011

Sbattezzo

http://www.uaar.it/
http://www.uaar.it/laicita/sbattezzo/
http://sbattezzati.it/

domenica 20 febbraio 2011

Com'è andata a finire

Alla fine ho dovuto pagare, altrimenti niente mutuo. Solo per le case. 6.535,63€, più la parcella del notaio (circa altri 2.000€). Rimangono fuori i terreni per i quali non sappiamo ancora come fare.
Forse 8.500€ non riesco a metterli da parte nemmeno in un anno di lavoro. Specialmente adesso che sto mettendo su casa.
In pratica un mio intero anno di lavoro è servito a finanziare il clero.

mercoledì 9 giugno 2010

Ricapitoliamo, di nuovo

Quindi adesso avrei necessità di ricavare un appartamento a piano terra della mia abitazione: vorrei che la mia famigia crescesse, non lo vuole anche la Chiesa?
Non dispongo della liquidità necessaria, ma, come tanti altri comuni mortali salariati, ho tutte le carte in regola per fare un mutuo in banca, che sarebbe felicissima di erogarmelo, se non fosse per il maledettissimo vincolo.
A questo punto avrei le seguenti opzioni:
  1. Riscatto il vincolo: mi faccio rateizzare il pagamento (chissà che tassi applica la diocesi), così, oltre al mutuo per l'appartamento, pago anche la rata del riscatto;
  2. Rinuncio e acquisto un appartamento da qualche altra parte. Sicuramente la rata del mutuo sarà più alta, e poi c'è comunque sempre l'incognita del vincolo che rimane su questo terreno e su questa casa, dove abita ancora mia madre;
  3. Faccio un prestito personale: non copre tutto l'intervento, e i tassi sono quasi da usura;
  4. Rapina;
  5. Mi faccio eleggere al parlamento e propongo una legge per cambiare il concordato;
  6. Mi faccio eleggere al parlamento e me ne frego.
Altri suggerimenti?

L'equivoco

Ogni tanto vale la pena ribadire un concetto che forse non emerge abbastanza chiaramente da quanto ho scritto nei post precedenti: la mia famiglia ha pagato la terra ai prezzi di mercato del 1968.
Lo ripeto perché mi sono trovato a cercare per caso in rete qualcuno che avesse linkato il blog, e sono capitato in questa pagina, dalla quale riporto questo commento:

"l'enfiteusi è un affitto, per lo più perpetuo, di terreni o altri beni immobili. Se una persona paga un'enfiteusi significa due cose: che ha avuto in affitto quei terreni, e che non lo ha riscattato (cosa che si può fare, come si dice nel post).
Ormai quasi tutti gli enfiteuti, da un bel po', hanno riscattato questo affitto (si chiama "livello";) e a me risulta che la cifra sia molto modesta. Se questi non lo hanno voluto fare, non devono dare colpa alla Chiesa.
Non c'entra niente né la mano morta, né le decime. Anzi, l'enfiteusi è a favore dell'affittuario. La Chiesa non può più rientrare in possesso di quei terreni."
Ebbene, le cose non sono andate così. Vi evito di rimandarvi ai miei prolissi sproloqui di qualche mese fa, tanto sono in basso.
Qui scrivo solo che se qualcuno, quarant'anni fa, avesse detto alla mia famiglia che i soldi che stavano spendendo non comprendevano il possesso del terreno, molto probabilmente non avrebbero acquistato.
Di sicuro sarebbe convenuto affittare.